In questo sito si trovano scritti editi e inediti del filosofo e letterato

È stato un pensatore italiano neoidealista; apparteneva a quel gruppo di artisti, letterati, e scrittori che hanno reso famosa la Trieste del primo Novecento. Egli ha letto in modo originale l’opera di Croce e Gentile. In particolare ha sottolineato l’importanza delle scienze naturali e della matematica, che nel suo sistema non sono governate dagli pseudo-concetti.
Giorgio Fano nacque a Trieste il 17 aprile 1885. Suo padre Guglielmo era un medico affermato, sua madre Amalia Sanguinetti, da molti anni gravemente sofferente, morì quando lui era ancora bambino. Certo alla formazione di Fano ha contribuito anche l’ambiente eccezionale della Trieste di allora; in particolar modo fu suo amico Umberto Poli, il cui pseudonimo, Saba, fu inventato proprio da lui. Si ispira certamente alla figura di Fano anche il sesto de “Prigioni”3 di Saba: “L’Appassionato. / Natura, perché ardo, m’ha di rosso / pelo le guance rivestite e il mento. Durante il periodo della prima guerra mondiale fu irredentista, come molti dei suoi amici, Benco, Saba, Giotti, Schiffrer e altri. In seguito il suo atteggiamento fu molto simile a quello di Benedetto Croce, e per analoghi motivi ideologici. Fano si laureò in filosofia col massimo dei voti a Padova nel 1923, con una tesi dal titolo originale “Dell’universo ovvero di me stesso: saggio di una filosofia solipsistica” , tesi che fu poi pubblicata nel 1926 sulla Rivista d’Italia. Dopo l’invasione tedesca successiva all’otto settembre 1943, Fano trovò rifugio a Rocca di Mezzo, in Abruzzo dove rimase per quasi un anno. La tranquilla sicurezza, il coraggio, la noncuranza dei pericoli, non gli vennero mai meno, né per quanto riguarda il rischio di venir scoperti dai tedeschi (lui e la moglie avevano falsificato le carte d’identità) né per i bombardamenti alleati.
Infine le sue ricerche lo portarono ad esaminare il problema dell’origine del linguaggio, su cui ebbe delle intuizioni originali ed importanti; — il suo pensiero è espresso nel “Saggio sulle origini del linguaggio. Con una storia critica delle dottrine glottogoniche” . Il saggio è stato poi riedito, in forma più completa, come era nelle sue intenzioni, nel testo “Origini e natura del linguaggio” a cura della moglie Anna e del figlio Guido.
Morì a Siena il 20 Settembre 1963, dove presiedeva una commissione di esami.